Tra Dio e l’umanità.

Intercessione e missione nella Bibbia

Prof. Martino Signoretto
( = La Parola e la sua ricchezza 13), Paoline, Milano 2011, 314 pp.

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Pregare è chiedere qualcosa per sé. Intercedere è chiedere qualcosa per qualcuno. Ma dire questo non basta. Intercedere significa «intromettersi, fare un passo in mezzo». È questa la chiave ermeneutica con cui vengono affrontate alcune figure bibliche, intercessori: Abele, Abramo, Mosè, Salomone, l’orante del Sal 122, Amos, Geremia, Giobbe, Gesù. Comprendere il compito della «persona che intercede» nel suo vero contesto, la storia della salvezza, significa scoprire una missione, perché l’intercessione comporta sempre l’apertura verso percorsi inesplorati, modalità inattese di rapportarsi con Dio, in cui si coniugano il ristabilirsi della giustizia e il riconoscimento che Dio è fedele alle sue promesse. Chi ha compiuto il suo definitivo «passo in mezzo» tra Dio e gli umani e ha reso la comunità dei credenti capace di questa mediazione – intercessione e missione – è il Cristo. Nella sua vicenda storica, come pure nella sua posizione celeste, il ruolo di Cristo è anche quello di intercessore. L’idea di intercessione e missione maturata lungo la storia del Primo Testamento si scontra con la novità operata da Cristo: tale novità permette di restituire il senso di queste due parole ai figli della risurrezione