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Numero 2
Vivere i legami. Il vangelo delle relazioni alla luce di Amoris laetita

Gennaio - Dicembre 2018

Abstract e allegati

di Enzo BiemmiFull Text

di Giuseppe SavagnoneFull Text

Abstract

Today’s family relationships seem to be affected by a lightness that is caused by their fragility. Relieved from the weight that, until recently, often made them oppressive, they show the replacement of the irreversible logic of gift with the logic of the market, which keeps the exit option always open. To look at this from a different point of view, we must look in-depth at the concept of freedom (which today is often identified with the idea of ‘freedom from’ ties) to re-discover the ‘freedom to’ choose, without which the freedom to do is easily misled by fashion and emotions. Moreover, both types of freedom lose meaning if not supported by the ‘freedom for’, which guides the person towards worthy aims, and ‘freedom with’, which is realised in sharing an aim and its outcomes. If experienced in a family, these different levels of freedom enable the family to experience the lightness of love, and not of temporariness.

Sommario

Oggi i legami familiari appaiono segnati da una leggerezza che deriva dalla loro fragilità. Liberati dalla pesantezza che fino a poco tempo fa spesso li rendeva opprimenti, essi però evidenziano il sostituirsi della logica del mercato, con la sua permanente possibilità di exit, a quella irreversibile del dono. Per entrare in una prospettiva diversa, si deve approfondire il concetto di libertà, oggi spesso identificato con la “libertà-da” vincoli, per riscoprire la “libertà-di” scegliere, senza cui quella di fare è in balìa delle mode e degli stati d’animo. Entrambe, peraltro, perdono il loro senso se non ci sono una “libertà-per”, in grado di orientare la persona verso dei fini degni di essere perseguiti, e una “libertà-con” che si realizza nella condivisione di uno scopo e nella comunione che ne deriva. Vissuti in una famiglia, questi diversi livelli di libertà possono consentirle di sperimentare una leggerezza che non è quella del provvisorio, ma quella dell’amore.

di Enzo BiemmiFull Text

Abstract

The article repositions the Apostolic Exhortation Amoris Laetitia within the Evangelii Gaudium. The AL appears to be a declination of the vision of evangelisation typical of the EG in the specific field of family. Pope Francis’s views on family are missionary and pastoral ones. This pastoral aim leads to go beyond the merely objective/deductive approach to concrete situations concerning love and family, without resulting in a purely subjective/inductive approach. It is ‘discernment’ that must guide the church pastoral in the different familial situations. The implementation of ‘discernment’ is based on the research of God’s will as ‘possible good’ in every situation, re-interpreting in a positive way the traditional dialectic of ‘the lesser evil’. The application of discernment develops in this document in the following passages: distinction of different situations with suspension of judgement; ability to identify the good that is already present in each situation; guidance towards the possible good in that situation; integration into the ecclesial community. This process follows the main principles expressed in EG, and the following two in particular: reality is more important than the idea, and time is superior to space. The text ends with an invite to increase the dialogue between theology and pastoral.

Sommario

L’articolo ricolloca l’Esortazione Apostolica Amoris laetitia nel quadro di Evangelii gaudium. AL risulta essere una declinazione della visione di evangelizzazione propria di EG nel campo specifico della famiglia. Lo sguardo di papa Francesco sulla famiglia è missionario e pastorale. Questa finalità pastorale chiede di superare l’approccio puramente oggettivo/deduttivo alle situazioni concrete riguardanti l’amore e la famiglia, senza peraltro cadere in un approccio soggettivo/induttivo. è il “discernimento” che deve guidare la pastorale ecclesiale nei confronti delle diverse situazioni familiari. La messa in atto del “discernimento” è basata sulla ricerca della volontà di Dio come “bene possibile” in ogni situazione, reinterpretando in maniera positiva la prospettiva tradizionale del “male minore”. L’attuazione del discernimento nel documento sembra svilupparsi nei seguenti passaggi: la distinzione delle differenti situazioni, sospendendo il giudizio; la capacità di vedere il bene che è già in atto in ogni situazione; l’accompagnamento verso il bene possibile in quella situazione; l’integrazione nella comunità ecclesiale. Questo procedimento risponde ai grandi principi espressi in EG, in particolare a due: la realtà è più importante dell’idea e il tempo è superiore allo spazio. Il contributo termina invitando a un maggiore dialogo tra la teologica e la pastorale.

di Lorenzo RanieroFull Text

Abstract

The process of pastoral discernment proposed by the post-synodal Apostolic Exhortation Amoris Laetitia by Pope Francis is in line with the conciliar intuitions which have renovated post-conciliar moral theology. In continuity with the turn to personalisation promoted by the II Vatican Council, Amoris Laetitia gives priority to the person as a moral subject, who becomes the protagonist of their own moral actions and overcomes the legal reading of morality. In line with this, Pope Francis considers Christian conscience the focal point of moral discernment and invites us to look beyond the practical use of the law to retrieve its role of locus theologicus, in which humanity relates dialogically and dynamically to God. Lastly, the text distances itself from an abstract and non-historical conception of humanity, in order to look at a comprehensive figure of man who is the only recipient of God’s call through Christ, and who is the only concretisation of the answer to God’s call.

Sommario

Il processo del discernimento pastorale proposto dall’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia di papa Francesco si colloca in linea con quelle intuizioni conciliari che hanno prodotto il rinnovamento della teologia morale postconciliare. In continuità con la svolta personalistica del Concilio Vaticano II, Amoris laetitia torna a dare il primato alla persona come soggetto di moralità rendendola così protagonista del proprio agire morale e superando una lettura legalistica della morale. Su questa stessa linea, papa Francesco pone al centro del discernimento morale la coscienza cristiana invitando a superare il suo ruolo puramente applicativo della legge per recuperarla come locus theologicus in cui l’uomo sta in relazione dialogica e dinamica con Dio. Infine, prende le distanze da una concezione astratta e astorica dell’uomo per considerare l’uomo-totale situato al quale soltanto si rivolge la chiamata di Dio in Cristo e solo nel quale si concretizza la risposta all’appello di Dio.

di Giampietro MazzoniFull Text

Abstract

Although juridical laws, despite their quintessentially ecclesial value, cannot respond to the manifold complexities of life, Amoris Laetitia identifies in the dynamic of discernment the evangelic way which is most suitable to create a correct relationship between law and conscience. The path of discernment doesn’t refer exclusively to the individual choices of an individual believer; the ecclesial community itself is the protagonist of such choices. Pope Francis recommends that each church should identify authoritative guidelines that can help position the path of discernment within a shared and communitarian pastoral practice.

Sommario

Poiché la norma giuridica, pur nella sua imprescindibile valenza ecclesiale, non è in grado di rispondere alla molteplicità delle situazioni che la complessità della vita assume, Amoris Laetitia individua nella dinamica del discernimento la modalità evangelica più idonea a creare un corretto rapporto fra legge e coscienza. Il percorso del discernimento non riguarda esclusivamente le scelte individuali del singolo credente; la stessa comunità ecclesiale ne è protagonista. Francesco sollecita le singole chiese a individuare dei criteri orientativi e autorevoli che rendano possibile collocare i percorsi di discernimento dentro una prassi pastorale comunitaria e condivisa.

di Giampietro MazzoniFull Text

Abstract

The path of discernment that Pope Francis considers essential to familiar pastoral practice might bring up situations which lead us to observe how matrimonial consent was absent in the first place and to start a process of annulment. After considering the meaning of the reformation promoted by Pope Francis for this type of procedures, some basic information is provided regarding the practical reasons which might have made the marriage invalid, to support the understanding and competent guidance by familiar pastoral practitioners.

Sommario

Il percorso di discernimento che papa Francesco pone come centrale nella pastorale della famiglia può far emergere delle situazioni che conducono a ritenere come il consenso matrimoniale iniziale fosse carente in maniera sostanziale e inducano a intraprendere la strada per una causa di nullità. Dopo aver considerato il significato della riforma voluta da Francesco per questa tipologia di procedimenti, si forniscono delle informazioni di base circa le motivazioni concrete che possono aver reso nullo un matrimonio, in vista di un accompagnamento accogliente e competente da parte degli operatori della pastorale familiare.

di Nicoletta CapozzaFull Text

Abstract

The relationship between theologian Dietrich Bonhoeffer and his young fiancée Maria von Wedemeyer, which was brought to light through the publication of their correspondence, is far from being a secondary and private element in the context of Bonhoeffer’s theology, as it constitutes an extremely interesting point of view which can be used to interpret the revolutionary theological reflections of Letters and Papers from Prison. The parallel reading of the epistolary exchange with the fiancée and with the friend Bethge shows how some of Bonhoeffer’s reflections generated by his deep affection for Maria (affection that was experienced in the hardship and distance of a prison) become a prompt for his following theological reflections. The ‘yes to earth’ pronounced by the theologin through the engagement leads him to rediscover a profoundly human and non-religious Christian faith. Likewise, the courage of his choice of resistance is intertwined with the strength of eros, which is set free to act in a wholly mundane life. The outcome is an indissoluble bond between political engagement and personal affection, between resistance and love, between adult faith and openness to others.

Sommario

La relazione del teologo Dietrich Bonhoeffer con la giovane fidanzata Maria von Wedemeyer, riscoperta attraverso la pubblicazione della loro corrispondenza, lungi dall'essere un elemento secondario e privatistico, appare ad un'attenta analisi come una prospettiva estremamente interessante da cui guardare le riflessioni teologiche rivoluzionarie contenute in Resistenza e resa. La lettura parallela dello scambio epistolare con la fidanzata e di quello con l'amico Bethge, infatti, mostra come alcune intuizioni sorte in Bonhoeffer in virtù dell'affetto profondo verso Maria, un affetto vissuto obbligatoriamente nella durezza e nella distanza del carcere, costituiscano l'elemento propulsivo delle elaborazioni teologiche successive. Il “sì alla terra” detto attraverso il fidanzamento conduce il teologo a riscoprire una fede cristiana profondamente umana e non religiosa. Così come il coraggio per la scelta di resistente si incrocia con la forza dell'eros, lasciato finalmente agire nella pienezza della vita mondana. Ne risulta un intreccio indissolubile tra impegno politico e affetti personali, tra resistenza e amore, tra fede adulta e disponibilità a mettersi in gioco con l'altro.

di Sara VincoFull Text

Abstract

The Song of Songs, the paradigm for songs of human love, was interpreted for a long time only allegorically. However, recent exegesis has tried to show how the theological meaning of the Song should not be sought only beyond the word, but in between the very folds of the text itself. In his five paintings on the Song, Chagall seems to prophetically anticipate this exegesis and manages to capture the most profound meaning and most faithful to the original aim of the biblical text: the beauty of the love between a man and a woman, which is the reflection of the greater love of God. Chagall re-read the pages of the Song through the lens of his boundless love for his first wife Belle, and after her death, for Valentina. He made them real and present to the observer, becoming an intermediary between the Bible and life. His intuition is good news for today’s couples who, with their love, present to the world the most truthful image of God.

Sommario

Il Cantico dei Cantici, canto dell’amore umano per eccellenza, è stato a lungo interpretato solo in chiave allegorica. L’esegesi più recente ha tuttavia cercato di mostrare come il senso teologico del Cantico non vada cercato oltre la lettera bensì nelle pieghe del testo stesso. Chagall, nelle sue cinque tele sul Cantico, sembra profeticamente anticipare questa linea esegetica e riuscire a cogliere il senso più profondo e fedele dell’intenzione originaria del testo biblico: la bellezza dell’amore tra uomo e donna che è riflesso di quell’amore più grande che è Dio. Ha riletto le pagine del Cantico attraverso le lenti del suo amore sconfinato per la prima moglie Belle e, dopo la morte di questa, per Valentina. Le ha rese vive e attuali per l’osservatore, proponendosi come ponte tra il testo biblico e la vita. La sua intuizione può risuonare come bella notizia per le coppie di oggi, che col loro amore rappresentano al mondo l’immagine più vera di Dio.

di Ivo SeghedoniFull Text

Abstract

This article is a real story, an intimate and brave recount of the unique way of living in communion of twelve diocesan presbyters from the diocese of Modena. The text is structured in two parts: the recount of the birth of the community and of the motivations that support this lifestyle, and the testimony of four young presbyters who got in touch with the community and are now part of it. Taking the distance from the usual (and often unproved) representations of the lifestyle of presbyters, the recount describes and motivates the discovery of communal life as a specific vocation within the general call to ministry. Such vocation is perceived as an allegiance for life and it becomes the place where to experience the promise of evangelical overflow linked to celibacy, which is considered the space where to live the desire to love and being loved.

Sommario

Il presente articolo è un racconto di vita, una condivisione intima e coraggiosa che narra una singolare forma di vita comune di dodici presbiteri diocesani di Modena. Il testo si compone di due parti: il racconto della nascita della comunità presbiterale e delle motivazioni che animano questo stile di vita e la testimonianza dei quattro presbiteri giovani che da pochi anni sono entrati in contatto con la comunità e ora ne fanno pienamente parte. Prendendo le distanze da rappresentazioni condivise – ma poco verificate - sull’ordinaria forma di vita dei presbiteri, il racconto descrive e motiva la scoperta della vita comune come vocazione specifica all’interno della più generale chiamata al ministero. Tale vocazione viene sentita come alleanza per la vita e diviene il luogo in cui sperimentare la promessa di eccedenza evangelica connessa al celibato, che viene inteso come spazio in cui vivere il desiderio di amare e di essere amati.

di Fabrizio ValenzaFull Text

Abstract

Overcoming the typically modern attitude of framing every phenomenon of reality within a purely rational framework, it is possible to access a comparison between theology and magical systems that manages to inscribe the latter in a perspective dictated by the same categories of myth and rite that underlie religion. The fundamental distinction is the way in which the human being relates to the divine power and the way through which the subversion occurs between the power of God and man, documented since ancient times in prayers with a magical / ritual flavor.

Sommario

Superando l’atteggiamento tipicamente moderno di inquadrare ogni fenomeno del reale all’interno di una cornice puramente razionale, è possibile accedere a un confronto tra teologia e sistemi magici che riesca a inscrivere i secondi in un’ottica dettata dalle medesime categorie di mito e rito che sottostanno alla religione. Il fondamentale discrimine è il modo in cui l’essere umano si rapporta al potere divino e la via attraverso la quale avviene il sovvertimento tra il potere di Dio e l’uomo, documentato fin dall’antichità in preghiere dal sapore magico/rituale.