Numero 24
I presbiteri, tra grazia sacramentale e servizio pastorale
Gennaio - Dicembre 2008
Abstract e allegati
di Luigi GirardiFull Text
Questo fascicolo di «Esperienza e Teologia» viene dedicato al sacramento dell’Ordine, e in particolare al secondo grado del sacramento, il presbiterato. Una duplice finalità ha mosso questa decisione: da un lato, la volontà di affrontare un tema chiaramente legato all’insegnamento istituzionale della teologia; dall’altro, il desiderio di offrire alcuni contributi che si inseriscono nel quadro di una rinnovata e approfondita attenzione che la Chiesa sta ponendo sul ministero presbiterale. È evidente, quindi, anche il riferimento prospettico all’Anno Sacerdotale (19 giugno 2009 – 19 giugno 2010), indetto da Papa Benedetto XVI.
di Luigi GirardiFull Text
Abstract
The sacrament of Holy Orders and the Ministerial physiognomy
The century of the Vatican Council had an extensive renovation of the ordained ministry vision, both ritually and theologically. Considering the ordination’s celebratory dynamics and the connected theological acquisitions, the article outlines the presbyterate sacramental configuration and makes explicit the ministerial appearance that results from it. It is characterized by a unified vision of the Tria Munera, that is the prophetic, priestly and royal task, which is taken on and exercised by the priest as a service for the Church’s construction. From this draws inspiration the discernment for a concrete determination of the historical forms that the exercise of the ministry can have today.
Sommario
Il secolo del Concilio Vaticano II ha conosciuto un ampio rinnovamento della visione del ministero ordinato, sia sul piano rituale, sia sul piano teologico. Considerando la dinamica celebrativa dell’ordinazione e le acquisizioni teologiche che ne sono connesse, l’articolo delinea la configurazione sacramentale del presbiterato ed esplicita la fisionomia ministeriale che ne deriva. Essa viene caratterizzata da una visione unitaria dei tria munera, ossia del compito profetico, sacerdotale e regale, che viene assunto ed esercitato dal presbitero come servizio di presidenza per l’edificazione della Chiesa. Da ciò trae ispirazione il discernimento per una eventuale determinazione concreta delle forme storiche che l’esercizio del ministero oggi può assumere.
di Augusto BarbiFull Text
Abstract
Nature, function and sacramental origin of the ministry
The brief contribution intends to propose some considerations on the ministry, on its nature, function and institution through a rite of ordination. The choice was to reread some New Testament passages (Luke's work, 1 and 2 Tm) that are placed in the perspective of the subapostolic time, where it begins to emerge the reality of the priests collegiate ministry. The two testamentary arguments in the Luke’s work allows us to establish, the one (Lc22,24-27) the "service" nature of the apostolic ministry and of each guidance ministry, the other (At20,18-35; cf 14, 22s.) the establishment of priests in the churches, to the Paul’s disappearance and in continuity with his pastoral ministry, with a view to keep them in fidelity to the apostolic tradition. For a similar function, Timothy has got a stable charisma, always reviving, through the choice made by the prophets and through a rite of ordination by the laying on of hands (cf. Tim 4:14; 1 Tim 1,6).
Sommario
Il breve contributo intende proporre alcune considerazioni sul ministero, sulla sua natura, funzione e istituzione mediante un rito di ordinazione. La scelta è stata quella di rileggere qualche passo di scritti neotestamentari (opera lucana, 1 e 2 Tm) che si collocano nella prospettiva del tempo subapostolico, in cui comincia ad emergere la realtà del ministero collegiale dei presbiteri. I due discorsi testamentari dell’opera lucana permettono di stabilire, l’uno (Lc 22,24-27) la natura di “servizio” del ministero apostolico e di ogni ministero di guida, l’altro (At 20,18-35; cf. 14,22s.) l’istituzione dei presbiteri nelle chiese, alla scomparsa di Paolo e in continuità con il suo ministero pastorale, in vista di mantenerle nella fedeltà alla tradizione apostolica. Per una funzione simile, a Timoteo è donato un carisma stabile, sempre da ravvivare, attraverso la scelta operata da profeti e mediante un rito di ordinazione con l’imposizione delle mani (cf. Tm 4,14; 1Tm 1,6).
di Giuseppe LaitiFull Text
Abstract
The figure of the priesthood ministry of Presidency
Debating about the presbyterate in a stand-alone way may be not appropriated because it’s grade/figure of the Sacrament of the Holy Orders, and, as such immediately refers to the episcopate and diaconate, within the framework of ministries and charisms which the Church own from his Lord and from the Spirit. It remains, however, that the presbyterate is a specific ministerial figure with its constitutive coordinates, illustrated by the biblical approach, patristic-historical, liturgical and canonical. They are together in an ecclesial/ecclesiological context and overall ministerial. The purpose of this contribution is to tend a thread which allows us to recognize the links between the different approaches, so as to provide the fundamental references for the present days. The presbyterate is presented as an aspect of the sacramental nature of the Church, precisely where it is a sign of the precedence and of the Lord’s faithfulness to his Church, in the form of co-operation under the guidance of the bishop, in the service’s style.
Sommario
Trattare del presbiterato in maniera a sé stante può essere non adeguato perché è grado/figura del sacramento dell’Ordine e in quanto tale dice immediato riferimento all’episcopato e al diaconato, nel quadro dei ministeri e dei carismi di cui la chiesa è dotata dal suo Signore e dallo Spirito. Rimane tuttavia che il presbiterato è figura ministeriale specifica con proprie coordinate costitutive, illustrate dall’approccio biblico, patristico-storico, liturgico e canonico. Esse stanno insieme dentro un quadro ecclesiale/ecclesiologico e ministeriale complessivo. Scopo del presente contributo è tendere un filo che consenta di riconoscere i nessi che intercorrono tra i diversi approcci, così da fornire i riferimenti di fondo per l’oggi. Il presbiterato si presenta come un aspetto della sacramentalità della chiesa, precisamente ove essa risulta segno della precedenza e della fedeltà del Signore alla sua chiesa, nella forma della collaborazione sotto la guida del vescovo e secondo lo stile del servizio.
di Cristina SimonelliFull Text
Abstract
«Quii filii praepositi pastores»
The Agostin’s reflection about the ministry is original but not isolated: a fast excursus on some text about the presbyters, starting from the IV century, let us to appreciate continuity and novity. The Augustinian prospective is then gathered together in two themes, traced in a homiletic context: the precedence of Christus over every ministerial action, mainly elaborated in the comparison with the donatism and the pastor role at the service of an ecclesial group to which they are a part. The relation between signa and res, enunciated in doctrina christiana, is extendible to the ministry too, that could in this way be accepted with the sign of hope.
Sommario
La riflessione di Agostino sul ministero è originale ma non isolata: un rapido excursus su alcuni testi riguardanti i presbiteri, a partire dal IV secolo, permette di apprezzarne continuità e novità. La prospettiva agostiniana è poi raccolta attorno a due temi, rintracciati in contesto omiletico: la precedenza di Cristo rispetto ad ogni azione ministeriale, elaborata soprattutto nel confronto con il donatismo, e il ruolo dei pastori a servizio di una compagine ecclesiale di cui sono essi stessi parte. La relazione fra signa e res, enunciata in doctrina christiana, è estensibile anche al ministero, che può così venir accolto nel segno della speranza.
di Francesco MassagrandeFull Text
Abstract
The Holy Orders
The lecture of Tomas Aquinas’ reflection on the Holy Orders, elaborated in the wake of Pietro Lombardo’s definition over the horizon of the efficient signs about Christ, leads us to recognize the centrality of the reference to the consecration of the Eucharist both in the articulation of the ministerial degrees and in the plurality of the orders and in the administration of the other sacraments. If we act in persona Christi make it possible not to derive the celebration’s validity from the minister’s dignity, suggesting at the same time to illuminate the deep bond between the ministry of sanctification and the need not to neglect the reception of the gift of grace from the minister.
Sommario
La lettura della riflessione di San Tommaso sul sacramento dell’Ordine, elaborata sulla scia della definizione di Pietro Lombardo nell’orizzonte dei segni efficaci relativi a Cristo, conduce a riconoscere la centralità del riferimento alla consacrazione dell’eucaristia sia nell’articolazione dei gradi ministeriali e della pluralità degli ordini, sia nell’amministrazione degli altri sacramenti. L’agire in persona Christi consente di non derivare la validità della celebrazione dalla dignità del ministro, ma suggerisce al contempo di illuminare il profondo legame tra il ministero della santificazione e l’esigenza di non trascurare l’accoglienza del dono di grazia da parte del ministro.
di Angelo MaffeisFull Text
Abstract
The ordained ministry
The article wants to recall some historical and theological dates about the ecclesial ministry in the main trend of the Protestant Reformation of the XVI century. Special attention is given to the categories used to define the pastoral ministry; to the conception of ordination and to the meaning of the episcopal structure for the Church. The historical heritage of the Reformation is also compared with some of the themes at the heart of the contemporary ecumenical debate.
Sommario
L’articolo intende richiamare alcuni dati di carattere storico-teologico relativi alla concezione del ministero ecclesiale nelle principali correnti della Riforma protestante del XVI secolo. Particolare attenzione è riservata alle categorie utilizzate per definire il ministero dei pastori, alla concezione dell’ordinazione e al significato della struttura episcopale per la chiesa. L’eredità storica della Riforma è inoltre messa a confronto con alcuni temi al centro del dibattito ecumenico contemporaneo.
di Giuseppe LaitiFull Text
Abstract
Which priests for which church?
The “pastoral conversion”, which the Church is called to live in order to serve the Gospel in the new history conditions of our time, leads the presbyters to reshape the “pastoral model” from which they can take inspiration for a more efficient management of the ministry tasks. For this purpose the primacy of the annunciation, the renovation of the ecclesiology, the recovery of the presbytery and the focus of the adult's appearance in faith as pastoral action synthesis goal are points of reference. The underlying commitment to this objective can now qualify the dedication of presbyters in the construction of the local church in its long-lasting research to be adequate to the proclamation of the Gospel.
Sommario
La “conversione pastorale” che la chiesa oggi è chiamata a vivere per servire il Vangelo nelle mutate condizioni storiche del nostro tempo provoca i presbiteri a ridisegnare il “modello pastorale” a cui ispirarsi per una efficace articolazione dei compiti del loro ministero. Per questo obiettivo fanno da riferimento di fondo il primato dell’annuncio, il rinnovamento dell’ecclesiologia, il ricupero del presbiterio, e la messa a fuoco della fisionomia dell’adulto nella fede come obiettivo di sintesi dell’azione pastorale. L’impegno sotteso a tale obiettivo può oggi qualificare la dedizione dei presbiteri nella edificazione della chiesa locale nella sua permanente ricerca di essere adeguata all’annuncio del Vangelo.
di Dario CervatoFull Text
Abstract
Lucerna super candelabrum
In reference to the priestly year, we collect some evidence on the devotion to St. John Vianney among the clergy of Verona, especially in the first half of the 20th century. There were priests of the modernist period, of the Great War and the period thereafter, this last collected in the associations for free missions to the people and for the preaching in prisons. So the basic traits of Veronese clergy’s pastorality and spirituality are highlighted, which introduce a new figure of the priest. Exponent of the whole-period and of the movements that resulted in the Vatican II, was in Verona, Mgr. Joseph Manzini (1866-1956), to whom it’s reserved a final mention.
Sommario
In riferimento all’anno sacerdotale, si raccoglie qualche testimonianza sulla devozione al Santo Curato d’Ars tra il clero di Verona, specialmente nella prima metà del Novecento. Si ricordano i preti del periodo modernista, della Grande Guerra e del periodo successivo, questi ultimi raccolti nelle associazioni per le missioni gratuite al popolo e per la predicazione nelle carceri. Si sottolineano quindi i tratti fondamentali della pastoralità e della spiritualità del clero veronese, che preludono a una nuova figura di prete. Esponente dell’intero periodo e dei movimenti che sfociarono nel Vaticano II fu a Verona mons. Giuseppe Manzini (1866-1956), cui si è riservato un cenno conclusivo.
di Daniele CottiniFull Text
Abstract
The blessed Giuseppe Baldo’s spiritual profile
Blessed Giuseppe Baldo (1843-1915) is an highly topical figure. As vice regent of the Bishop’s College he was a knowledgeable, sensitive, competent and up to date educator. Thanks to his deep faith in the Lord, in parish he used to listen at the truest needs of his people; his pastoral action was characterized by an incredible number of initiatives, never born by default but always demanded from the concrete needs of the population, of which he was able to interpret the needs with an acute sensitivity. The answers he gave are at the same time expression of a passionate faith in God and a smart interpretation for the socio-political context in which he worked. Tireless organiser, he teaches us that it’s possible to engage ourselves for the other without being burned from the activism.
Sommario
Il beato Giuseppe Baldo (1843-1915) si presenta come una figura di grande attualità. Nel suo ministero di vicereggente del Collegio Vescovile ha saputo essere educatore illuminato e sensibile, competente e aggiornato. In parrocchia la sua profonda adesione di fede al Signore lo ha reso capace di ascoltare le esigenze più vere della sua gente; la sua azione pastorale è stata caratterizzata da un’incredibile serie di iniziative, mai nate a tavolino ma sempre sollecitate dai bisogni concreti della popolazione della quale ha saputo leggere le necessità con acuta sensibilità. Le risposte che ha saputo dare sono insieme espressione di appassionata fede in Dio e di intelligente lettura del contesto socio – politico nel quale si trovava ad operare. Infaticabile organizzatore, ci insegna che è possibile spendersi per gli altri senza essere bruciati dall’attivismo.
di Giampietro De PaoliFull Text
Abstract
Giuseppe Carraro Bishop of Verona
After his young engagement as instructor and rector of the seminary, the bishop of Verona Giuseppe Carraro continued to take care of this sector in Treviso, in Vittorio Veneto and in Verona. He lived the Council as a providential event, school and call to spiritual and pastoral renewal. He was invited to take part in the commissions of the Council and he gave a decisive contribution to the Decree on formation whereof he was a relator in the courtroom. He continued his engagement in the post council, in the elaboration of the Guidelines and Standards of the ICE too, always with openness and attachment to the essential. After the Council he had a more balanced comprehension of the only one priesthood of Christ, attended by baptized and - in the novelty of the character that configure them in Christ - by the ordained ministers.
Sommario
Il vescovo di Verona G. Carraro dopo l’impegno giovanile come formatore e Rettore del Seminario, continuò a prendersi cura di questo settore da vescovo a Treviso, a Vittorio Veneto e a Verona. Visse il Concilio come provvidenziale evento, come scuola e chiamata al rinnovamento spirituale e pastorale. Chiamato a far parte di commissioni nel Concilio, diede decisivo apporto al Decreto sulla formazione del quale fu relatore in Aula. Continuò il suo impegno nel dopo concilio, anche nell’elaborazione di Orientamenti e Norme della CEI, sempre con apertura e tenace attaccamento all’essenziale. Dal Concilio ebbe una più equilibrata comprensione dell’unico sacerdozio di Cristo, partecipato dai battezzati, e – nella novità del carattere che li configura a Cristo – dai ministri ordinati.