“Io conosco i progetti che ho fatto a vostro riguardo – oracolo del Signore -, progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza” (Ger 29,11).
Con queste parole il profeta Geremia scriveva agli esuli a Babilonia; le sue parole appartengono a un’altra epoca, ma sentiamo vera per noi la promessa che rivolge da parte del Signore e che desideriamo si compia in questo tempo per noi e per tutti/e.
Potremmo anche domandarci quali siano i progetti di pace e quale futuro di speranza attendiamo. Per noi il futuro è un tempo che davanti, ma per la Scrittura il futuro è dopo perché è dietro e per guardarlo, occorre volgersi all’origine; il futuro è un mistero che si rivela, una luce che risplende a illuminare la strada man mano che si procede nel cammino, una promessa che si dona gratuitamente, da accogliere e da sperare, come il segno del bambino che contempleremo fra pochi giorni.
La parola della promessa custodisce e racconta daccapo l’amore misterioso di Dio che si realizza nelle forme della tenerezza, della compassione, della cura per la vita minacciata, perché il Signore si manifesta nella storia dove c’è piccolezza, dove c’è debolezza, miseria, povertà. Così gli uomini e le donne di speranza imparano a lasciarsi sorprendere dalla novità di Dio. Non attendono che nel futuro si riproduca ciò che di buon e di bello hanno sperimentato nel passato, che si ritrovi quanto hanno già conosciuto, che hanno perso e desiderano ritrovare.
Sperare significa essere disposti a lasciarsi sorprendere; significa essere pronti a riconoscere e accogliere la novità di Dio, anche se non è immediatamente o del tutto rispondente alla nostra attesa o al nostro desiderio.
Restare nella speranza significa non tentare di immaginare o di dominare il futuro, ma vivere la propria fedeltà al Signore nell’oggi, nei piccoli gesti quotidiani che siamo chiamati a porre giorno dopo giorno.
Sa accogliere la novità di Dio, che trasfigura e compie la storia, non chi evade dalla storia, ma chi persevera in essa, con la capacità di tradurre la propria speranza nei gesti quotidiani della fedeltà, della cura, della solidarietà, della compassione. Auguri di un Natale di speranza.
suor Grazia Papola