Concluso il Laboratorio giovani – Credere domani (28 agosto 2025)

Si è svolto a fine agosto, presso la Casa di Spiritualità San Fidenzio, il Laboratorio Giovani dal titolo Credere domani – Quale felicità? nato dalla collaborazione degli Istituti Superiori di Scienze Religiose di Verona e dell’Emilia.

Numerosa la partecipazione di studentesse, studenti e persone impegnate nelle diocesi attraverso la pastorale giovanile, l’annuncio, l’educazione.

Qui la testimonianza condivisa da Valeria Favorito che, per il secondo anno consecutivo, ha deciso di partecipare dando ulteriore forma al suo percorso di approfondimento e di studio iniziato qualche anno fa proprio all’ISSR di Verona.


Al centro dell’attenzione i giovani e le testimonianze circa la ricerca della felicità che nasce nei luoghi di incontro autentici e di ascolto: comunità di amici, associazioni, luoghi di lavoro, esperienze di volontariato; è qui che si possono trovare spazi di accoglienza e riconoscimento della propria identità. I tempi di questa ricerca sono spesso caratterizzati da fasi di crisi, di scoperta e di rottura con il passato, accompagnate da momenti di introspezione e di confronto. La partenza, intesa come gesto di abbandono di schemi predefiniti rappresenta un momento di svolta, di liberazione e di speranza.

I giovani esprimono la loro ricerca attraverso narrazioni di vita, testimonianze di sofferenza e di resilienza, ma, anche, attraverso la creatività, l’arte e l’impegno sociale. Le relazioni sono fondamentali. La relazione con la propria fede e la Chiesa, si configura come un passaggio cruciale, spesso segnato da tensioni ma anche da desideri di dialogo e di riconoscimento. Emerge chiaramente una Parola di buona notizia che può essere riassunta nell’invito alla libertà, all’accoglienza e alla misericordia. Questa Parola si manifesta come un messaggio di speranza e di riconoscimento, che invita a superare le barriere del giudizio e dell’esclusione, offrendo una prospettiva di dignità e di amore incondizionato.

I giovani incontrano numerosi ostacoli nel loro percorso di ricerca di felicità, che derivano da contesti culturali, sociali ed ecclesiali spesso ancora segnati da pregiudizi, esclusione e incomprensione. La dottrina tradizionale, interpretata in modo restrittivo, può alimentare sentimenti di colpa e di distanza rispetto alla fede. La mancanza di spazi di dialogo autentico e di accoglienza può portare i giovani a sentirsi lontani dalla Chiesa, percepita come un luogo di condanna più che di misericordia.

Le testimonianze ascoltate evidenziano come la ricerca di felicità dei giovani, dei giovani nel mondo del lavoro e delle persone coinvolte in esperienze pastorali, sia un cammino ricco di sfide ma anche di speranza. La Parola di buona notizia che emerge è quella di un Dio che ama senza condizioni, che invita alla libertà e alla gioia di essere sé stessi. Gli ostacoli culturali, sociali ed ecclesiali richiedono un impegno di rinnovamento e di apertura, affinché la fede possa essere un luogo di accoglienza e di vera testimonianza dell’amore di Dio per ogni vita. La riflessione ci invita infine a vivere la fede con maggiore coerenza e compassione, lasciandoci interpellare dalla realtà e dai desideri di felicità di chi ci circonda.